3 giu 2017

Pensieri Sparsi

A scrivere ho imparato dagli amici,
ma senza di loro. Tu m'hai insegnato
ad amare, ma senza di te. La vita 
con il suo dolore mi insegna a vivere,
ma quasi senza vita, e a lavorare,
ma sempre senza lavoro.
Allora io ho imparato a piangere,
ma senza lacrime, a sognare, ma
non vedo in sogno, che figure inumane,
Non ha più limite la mia pazienza.
Non ho pazienza più per niente, niente
più rimane della nostra fortuna.
Anche ad odiare ho dovuto imparare
e dagli amici e da te e dalla vita intera.
                                                    Beppe Salvia

Oggi sitemando vecchie carte ho trovato un suo breve appunto.

“Io amo la mia casa perché è bella / e silenziosa e forte: sembra d’aver / qui / nella casa un’altra casa, d’ombra, / e nella vita un’altra vita, eterna”.

La sua bellezza biondo e riccio come un cherubino, grandi occhi azzurri,  era pari alla meraviglia del suo dire.
E mentre un gatto prendeva posto alle spalle di quella nonna che sedeva in modo da fargli posto, lui ad appena tre anni raccontava in poesia le biricchinate dell'asilo, mangiando elegantemente e da solo.
Ci sarebbero nella biografia di Beppe tanti elementi per farne una leggenda. A Lui piacevano gli slanci e i salti, i salti lessicali e logici,
e anche quelli fisici, da equilibrista.

Gli piaceva saltare sui davanzali.
Lo faceva ogni tanto, tra il terrore di chi guardava.
Non si prendeva mai sul serio, aveva uno spirito sornione, e se pure aveva un sentimento altissimo della poesia, non ci pensava troppo a bruciare le sue pagine o a buttarle nel Tevere. 
Scriveva usando eteronomi, alla maniera di Pessoa,
che gli consentivano di praticare «l'immodesta arte di troppe vite vere».
Dal vento dei suoi boschi lucani "al limitar di neve e foresta" fra volpi e segugi gli arrivò il  soffio dei versi di Orazio e dalla materna Sicilia l'eco della scuola siciliana.
E mi affacciavo su quel giardino che mi vedeva per lunghe ore calde sull'altalena mentre fra un disegno, una poesia, lui all'ombra della pergola con la chitarra omaggiava i Beatles dell'estate di Girl.
S. Agata
Gingi e Beppe a 18 mesi nel giardino di casa 


39 commenti:

  1. Risposte
    1. Grazie Manu, sono passata a vedere i lavori di tua nipote, bravissima!!
      Per il momento la venuta a MI è saltata per motivi di salute.
      Un sorriso

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  2. Quanta poesia nelle parole di questo post!
    Grazie del volo.
    Buona notte

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    1. Massimo, grazie a te per la tua presenza e l'attenzione
      un sorriso

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  3. Sinceramente non lo conosco, ma dopo le tue parole mi viene la voglia di leggere qualcosa di lui. Mi sai indicare qualche titolo di libro, qualora ne abbia scritto? Grazie e buonanotte.

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    1. Il mio adorato Beppe oramai è anche in antologie e riviste letterarie, quale maggiore esponente della scuola poetica romana degli anni 80.
      Fra le pubblicazioni e i giornali letterari da lui creati, vi è molto materiale, e anche le opere postume.
      Guarda su google immagini, dove trovi parecchi articoli Sulla Repubblica, e su google.
      buona notte anche a te.

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  4. Quando entro qui leggo presa dalle parole ma poi rifletto magari senza essere in grado di scrivere qualcosa...forse perchè qualunque cosa stonerebbe con la poesia dei tuoi post.
    Per questo motivo questa volta ti lascio solo un abbraccio.
    Debora

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  5. Parole che arrivano,
    e fortunate le persone che lo hanno conusciuto.
    Grazie per questo post.
    Ciao

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    1. Era un mio cugino, che è volato via ad appena 30 anni, eppure ci sono tante pubblicazioni, anche postume,sempre esaurite. In tempi in cui la poesia vende poco... è un miracolo.
      E' volato via a 30 anni.
      Ciao a te

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  6. i tuoi post sono davvero bellissimi e pieni di spunti di riflessione..per questo è un piacere passare e leggerti..bacio..iulia

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    1. Non sai quabto piacere mi da la tua presenza qui.
      iulia ti seguo sempre, anche se spesso non commento... trovo spesso quanto voglio dire già espresso hahah
      Un sorriso

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  7. Non conoscevo,ma la spinta data dal tuo post è forte:che i blog servano anche a questo?
    Sono andata ad leggere ed ho trovato molto e molte perle.
    Mi piace anche questa che certo conoscerai:

    Abbiamo nel cuore un solitario
    amore, nostra vita infinita,
    e negli occhi il cielo per nostro vario
    cammino. Le spiagge i cieli, la riva
    su cui sassi e rovi e il solitario
    equisèto, e colli erbosi grassi
    rioni, città dispiegate come
    belle bandiere, e nude prigioni.
    Questa è la nostra vita. Questi nostri
    volti vagabondi come musi
    di cani ci somigliano. Il vento
    il sole le corolle rosse e blu,
    i sogni mai sognati i nostri sogni.
    Questa è la nostra vita e nulla più.
    Grazie Gingi,e un sorriso.

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  8. Si le conosco tutte quasi a memoria... il suo lavoro è stato copioso, e sono molto belli anche tutti gli articoli nella pagina letteraria della Repubblica... che nonostante il passare degli anni, escono puntuali.
    Un sorriso e grazie a te
    Gingi

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  9. Bellissime, la tua raccontata e quella di Chicchina. Vado alla ricerca.
    Dalle poesie si capisce che era un'anima bella, e sulla terra non c'è posto per loro.
    Un abbraccio.

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  10. Prima di risponderti anche io ho cercato in Google
    Grazie per per questo dono.
    Senza di te non avrei conosciuto Beppe Salvia.
    Bacio.

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  11. Non lo conosco, questo tuo cugino amante della poesia e del bello scrivere, e scriveva bene davvero.
    C'è sempre uno squarcio di bellezza su queste pagine, cara Gingi e te ne ringrazio, è bello trovarla e condividerla con te!
    Ti abbraccio cara Streghina!

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  12. Dono inestimabile.Adoro il mondo blogger soprattutto per queste scoperte. Vado a scavare....

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  13. Un autore che scopro qui da te e confermo le parole di Sandra che faccio mie.
    Il tuo post e le tue parole suonano una melodia dolcissima.

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  14. Mia cara amica, non posso usare le parole per commentare le emozioni , la nostalgia di non so bene cosa, il tumulto di pensieri che mi suscitato leggere questo tuo post. Non so usare bene le parole come meriterebbe una risposta sensata e comprensibile e quindi ti dico solo GRAZIE!
    Baciiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

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  15. Credo che sia una questione alla fine economico-culturale.
    con l'evoluzione economica sia ha più tempo per pensare, per perdersi nel pensiero inutile.
    E gli esperti sono ormai tutti concordi che l'eccessivo allontanamento dalla vita presente e concreta per rifugiarsi in un mondo di pensiero sia la principale causa della depressione e quindi del suicidio.
    L'uomo finalmente libero dalle urgenza della soppravvivenza può abbanndonarsi sui rimpianti del passato e le angosce del futuro. Ho letto da qualche parte che l'uomo delle caverne, concentrato al 100% sulla sopravvivenza quotidiana, seguiva libero le sue pulsioni primordiali, senza freni inibitori, né scrupoli morali.
    Pare che non ci si suicidasse molto a quei tempi.
    Poi con i primi progressi materiali, l'uomo potè concedersi il lusso di erigersi un totem, cioè il super-io, con tutto il suo corredo di angherie.
    Ho pensato a Hermann Hesse (uno scrittore che mi piace molto e che stimo anche come persona), che vide il suicidio di Hans, il fratello più giovane e che lui stesso considerò più volte, scegliendo però liberamente e consapevolmente di vivere. Ma lui riuscì anche a scegliere la carriera artistica, contro l'opposizione famigliare, superando dolorosi conflitti; Hans no: forse perché aveva minore talento o chissà. Così la famiglia, troppo comprensiva lo indusse ad una attività commerciale dove si sentiva un fallito.
    Nel Lupo della steppa, Hermann scrive che "il suicida ha questo di caratteristico: egli sente il suo io ... come un germe della natura particolarmente pericoloso, ambiguo e minacciato, si reputa sempre molto esposto e in pericolo, come se stesse su una punta di roccia sottilissima dove basta una piccola spinta esterna o una minima debolezza interna per farlo precipitare nel vuoto" (Negli Oscar Mondadori del 1979 è alla pagina XI della "Dissertazione" che lo sconosciuto mette tra le mani dell'io narrante, le pagine della quale contengono una descrizione dei suicidi certamente meno tecnica di quella fornita dalla psicologia e dalla sociologia, ma acutissima per la sensibilità artistica e personale di Hermann ).

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    1. Troppo spesso gli esperti prendendo sondaggi per categorie e luoghi, emettono teoremi, che non sono universali.
      Piccolo esempio, in Norvegia i suicidi hanno alte percentuali, e c'è chi sostiene avvenga per una elevato benessere, ma c'è anche chi sostiene come causa principale la lunga assenza del Sole, quasi 6 mesi.
      La depressione è una brutta bestia, che scaturisce da un trauma, e da grandi dolori, che non si accettano, e si rimugina sul passato e non si vede felicità futura.
      Ognuno di noi ha un suo passato, ed è l'unica cosa certa che possediamo, il presente è precario ed il futuro non ci è dato conoscere. E' la seconda volta che parli di suicidi, in un luogo dove il pensiero si nutre di dolci ricordi, e desidero fare presente che le motivazioni di un suicidio sono tantissime e ciascuna unica e legata alla realtà di chi ne è autore e vittima. Hermann Hesse, piace molto anche a me, ma il mio approccio è positivo, e distaccato da elucubrazioni mentali.
      Se questo richiamo al suicidio è scaturito da Beppe, sappi che le motivazioni erano profonde e nascevano dalla prima infanzia, e che nell'ultimo periodo, era talmente fatto da superare ogni possibile tolleranza.
      Amo la vita, continuo a programmare e progettare, come direbbero i pragmatici, ciò che io chiamo sogni.

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  16. Il tuo era un ricordo molto dolce. Non dovevo sciuparlo con la storia del suicidio. Ma ormai l'ho fatto.
    Ciao Gingi.

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    1. No Gus non hai sciupato nulla,sostengo e sosterrò sempre che ciascuno è libero di esporre i propri pensieri. Posso essere sincera? Mi è solo dispiaciuta la tristezza e la malinconia che traspare nel commento. E ppure una delle prime volte che ti ho letto, dichiaravi di aver trovato la Bellezza.
      Un abbraccio di cuore.

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    2. Ti ho parlato di un suicidio che mi ha sconvolto. Ce ne sono stati altri. Non riesco a liberarmi del tutto dall'angoscia di questi eventi.
      Io per Bellezza intendo Dio.
      Su una modella coreana ho scritto anche un post. Se vuoi puoi leggerlo:

      https://guspensiero.blogspot.it/2017/02/la-tristezza-di-dual-kim.html

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    3. Domani andrò a leggere, ho la febbre alta e sto andando a letto.Ma prima ti lascio un pensiero, ogni dolore o gioia non dipendono fa fattori esterni, ma come noi li recepiamo.
      Buona notte un bacio

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  17. grazie per avermi fatto leggere questo post....muy precioso...direbbe uno spagnolo...ti ho mandato una mail...

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    1. Cara gloria sono andata nella mail ma non ho trovato nulla. Quale indirizzo mail hai usato?

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    2. Ho usato quello segnalato dal tuo profilo del blog. mandami una mail a gloria.scaramelli@libero.it. grazie

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  18. Un post delicato pieno di riconoscenza, affetto e dedizione. Grazie!

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  19. Anche se letti e commentati i tui post hanno sempre un sapore nuovo,diverso,leggendo scopro sfumature e sentimenti nuovi.Già bello accostarsi a certa poesia e certi poeti dei quali apprezziamo la creatività,ma se hanno fatto parte della tua vita il rapporto ha qualcosa di magico,di intimamente condiviso.Ciao Gingi

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    1. Chiccina cara capita sempre che mutati i momenti la rilettura svela delle sfumature e fatti prima non notati, Per te a maggior ragione, adesso mi conosci, ci siamo incontrate molte volte e conosci più cose della mia vita.
      Un sorriso

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    2. Conoscerti e frequentarti per me è stato ed è un piacere.Credo che chiacchierando,con la serenità e la lentezza che il tempo ci consente,conosciamo e disveliamo momenti di noi che rafforzano l'amicizia ed arricchiscono il nostro sentire.Una buona serata.

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    3. Sempre cara e "perfetta", una buona notte, chiudo e metto nell'ultimo scatolone, domattina il ritiro. A presto

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