17 gen 2019

calore musicale


Per una come me che va a batterie solari, l'inverno è pesante, mi manca la luce, la voglia di andare, e nelle corte giornate cerco di allungare le notti amiche con letture,lavoretti, e l'ascolto di musica.
Oggi con me c'era un certo Giovanni Vivaldi, e mentre le mani sferruzzavano, la mente libera di volare, accompagnata da quel violino che probabilmente imparò fin da bimbo, di certo si sa che un GiovanBattista,forse il padre, suonava magistralmente il violino nella Cappella Ducale, e che lui fu bandito dalla Serenissia per un grosso ammanco.
Ascolto l'Inverno e so di certo che era un giovane e geniale sacerdote dai capelli rossi, e non sappiamo neppure dove sia sepolto.

16 gen 2019

Quella Catania

Il tempo che pensavo di possedere in toto, mi dava la percezione di una libertà non soltanto interiore ma anche materiale, da orari, e abitudini sociali. Le mie passioni, invece, mi hanno messo in catene, ed il tempo mi ha dimostrato che la sua corsa è inesorabile noncurante della lentezza o fretta con cui accarezzo i miei desideri.
Sono mesi che faccio la spola da casa a quella città che vide i miei giorni felici, visito luoghi e future abitazioni nella ricerca di quei sapori, atteggiamenti odori e soprattutto quella unica luce che è insieme chiara ed ombrosa. Cerco la mia Sicilia, quella che la grande bugia del Gattopardo e gli stereotipi che abbiamo coltivato dal 1860 in poi la dicono irredimibile.
“Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi” e cambiavano i gattopardi come, ancora prima,  i rissosi, gretti ed avidi Uzeda, sempre pronti a primeggiare nelle loro camaleontiche posizioni.
Cerco la mia Catania, quella di De Roberto, di Verga, Brancati, la Catania della sana follia che diventava “tipicità” per Pirandello, cerco le case del gentiluomo siciliano, anche modeste, ma tipiche, cerco nei contatti quel carattere e quella battuta che ironica e melodiosa, dipingeva un personaggio, una situazione.
Cerco quella Catania e quella Sicilia che mi hanno insegnato ad amare, con la grande menzogna che nulla sarebbe cambiato.
E non è così!!!


 Sono rientrata ieri sera e ho portato in questo luogo pietroso e freddo l’odore del mare di Catania, e negli occhi la luce dolce dell’imbrunire. Giorni come solo “quella Catania” sa avere, e appare un inebriante autunno che adesso mi piace al pari dell’estate.
Sto per ritornare nei luoghi dei tempi felici e rinasce l’entusiasmo, o forse no, è solo un nuovo sogno. Il progetto di visionare una casa andava a braccetto con un appuntamento a seguito di una TAC fatta qualche giorno prima.
Ma avevo voglia di me e di gente di allora, niente policlinico.
Lui collaborava con me, elegantissimo, distinto, filiforme classe ed eleganza comportamentale da vendere, anche lei apparteneva a gruppo di indossatrici che preferivo e chiamavo spesso, gente nata bene… siamo andati su, in campagna, il vecchio frantoio diventato una dimora elegante e con tanto profumo di storie di famiglia, la pasta fatta con la ricotta e con le erbette appena raccolte, le analisi sociali scaturite da ricordi e frequentazioni di un tempo, parole…battute e così passano le ore e le stagioni e in questa riposante dolcezza si consuma piano la vita.

Ora sono qui, niente panorami di mare, nessun caldo autunno ma freddo invernale, apro la pianta della casa, qui metterò il mio tavolo, quella scrivania dell’800 del mio bisnonno, i cui cassetti, quando ero bambina, erano pieni di oggetti misteriosi, la metterò una delle librerie e sento già che dalle finestre spalancate arriverà l’aria di mare mentre dalla terrazza aspetterò alla luce della Luna di vedere il profilo dell’Etna.
PS: Scritto due mesi fa, poi l'ingegnere ha sconsigliato l'acquito... e la ricerca continua

3 gen 2019

un'ora senza voce

 Ci sono, ci sono da tempo, forse più adesso che quando scrivevo quasi giornalmente.
Cosi stamani, mano nella mano con me stessa, ho girato fra blog e visto la moltitudine di pagine che riguardano i blogger e la loro scrittura, la poesia che hanno dentro e che trasmettono attraverso questo elettrodomestico e che ha permesso a molti di sentirsi e scoprirsi scrittori.
I ricordi e le nostalgie oramai sono preponderanti nel mio essere ancora qui, ho scritto di pensieri che non interessano a nessuno, di emozioni e considerazioni che, illudendomi della loro valenza, reputavo dovessero essere condivise. Scrivo ed ho scritto senza spiegare, non ce n’è bisogno per chi sa capire, o, ancora meglio, non fa fatica ad immaginare.  Ma lo stare in disparte e guardare ha rivelato grandi e piccole cose, che nella foga del blaterare non mi apparivano.
Mi riprometto di scriverne, di esternare delusioni sopravvalutazioni, menzogne, pensieri scaturiti dal fantastico web, ma più tardi, in serata? ma si. più tardi, magari dopo cena.
Non vorrei che fosse come un post scritto nel 2008, su un’altra piattaforma, che finiva cosi’ : Buona notte amici, a domani la seconda puntata!

Gli amici erano 980, io non sono più andata e non ho ancora scoperto il perchè, ma di quei quasi mille 4 sono adesso amici reali del cuore, e credetemi quattro sono tanti!