Il ceruleo del mare, la vista di terre senza colore che abbracciano il cielo..
Le luci del porto, del grande porto, sono uguali a queste, mentre una nave arriva lentamente qui un pescatore rientra, e una voce lontana dice che lo sguardo si posa sulle stesse visioni..
Il bolo fumante ha bisogno di entrambe le mani, scotta, ma è ancora piacere tatto, vista, cuore e la voce di un inganno voluto?
Ogni stanza porta alla visione, e da qui ricordi di voci, profumo di gelsomino, l’impronta di una luna, troppo grande per stare a guardarla da sola, il pericolo di dire e l’incoscienza, del non capire l’importanza che le parole scalpellano nell’animo di chi le accoglie e subisce un dolce solco mai più ricolmo.
Il foglio è qui, sembra ieri….
“in vita mia ho scritto versi di quattro stagioni
Inverno fu la prima
E dello scrivere nemico
Venne dunque l’estate,….
E per la primavera un semplice e celeste quadernetto,
cieli celesti suo poverissimo titolo.
L’autunno ahimè io non l’ho scritto, perché,
come per tutta la poesia grande, esso è l’implicito,
sta dietro assai a tutti quanti i miei versi,
nella mia vita vana.
ogni proposito si può trasgredire, il dictat delle mie priorità è la libertà di cambiare.
Proseguirò in serata, i ritorni di post.
Ciao cara Gingi, vengo volentieri a leggere i tuoi post, che siano "ritorni" o meno.
RispondiEliminaUn grande abbraccio e buona domenica
Susanna
Susanna in genere quando dedico un po' di tempo a navigare fra blog, no mi fermo mai agli ultimi post soltanto, mi piace andare indietro e spesso scopro perle che avevo perso o rileggo cose gradevoli e dimenticate. Un abbraccio
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