26 dic 2014
24 dic 2014
A Natale si Può
La luce di cui parlarono i profeti galleggia nel cielo solo per chi sa e vuole vederla, per tantissimi altri è una fiction ben orchestrata.Ho
trascorso alcuni Natale al buio ma ho letto a lungo che la Luce esiste
essa è, siamo noi a colorarla e a chiamarla coi nomi più svariati:
per chi ha fede essa è il soprannaturale che incrocia il cammino dell’uomo, per chi guarda solo alla realtà concreta è un obiettivo di riflessione ed umana solidarietà. (EnzoRasi)
15 dic 2014
Non lascio l'Italiano
Certo con tutto quello che mi è successo in questi ultimi tempi, pensavate che avevo dimenticato l'altro mio magnifico amore bistrattato, ferito, dilaniato, o poco considerato?
Anche comprando un asciuga capelli troviamo le avvertenze in svedese ... slavo, o che so io, ma non più in italiano.
Ed io che in questo periodo sono certa di parlare in aramaico antico, a tal punto non mi si capisce, cerco di stringermi un buon italiano al petto, ma esso è distratto, infido, permaloso e, se si cambia solo una virgola, è capace di mandare una persona a morte o graziarla.
Ci sarebbe da scrivere sul punto esclamativo, quasi scomparso e che ricorda drammatiche passioni di romanticismo.
Ci sarebbe da scrivere sul punto fermo, che si usa sempre meno,tanto che Berto nel suo libro IL male oscuro, del 1964, ci fece leggere in apnea le prime 58 righe che contenevano solo due punti.
Le virgolette tendono a sparire ed il discorso diretto spesso viene incorporato nel contesto.
Anche comprando un asciuga capelli troviamo le avvertenze in svedese ... slavo, o che so io, ma non più in italiano.
Ed io che in questo periodo sono certa di parlare in aramaico antico, a tal punto non mi si capisce, cerco di stringermi un buon italiano al petto, ma esso è distratto, infido, permaloso e, se si cambia solo una virgola, è capace di mandare una persona a morte o graziarla.
Ci sarebbe da scrivere sul punto esclamativo, quasi scomparso e che ricorda drammatiche passioni di romanticismo.
Ci sarebbe da scrivere sul punto fermo, che si usa sempre meno,tanto che Berto nel suo libro IL male oscuro, del 1964, ci fece leggere in apnea le prime 58 righe che contenevano solo due punti.
Le virgolette tendono a sparire ed il discorso diretto spesso viene incorporato nel contesto.
7 dic 2014
Io non mi abbatto perché non sono un albero - Cassandra Raffaele feat. T...
17 set 2014
Verso il mare della dimenticanza - Brodskij
Non è necessario che tu mi ascolti, non è importante che tu senta le mie parole,
no, non è importante, ma io ti scrivo lo stesso (eppure sapessi com’è strano, per me, scriverti di nuovo,
com’è bizzarro rivivere un addio…)
Ciao, sono io che entro nel tuo silenzio
Che vuoi che sia se non potrai vedere come qui ritorna primavera
mentre un uccello scuro ricomincia a frequentare questi rami,
proprio quando il vento riappare tra i lampioni, sotto i quali passavi in solitudine.
Torna anche il giorno e con lui il silenzio del tuo amore.
Io sono qui, ancora a passare le ore in quel luogo chiaro che ti vide amare e soffrire…
Difendo in me il ricordo del tuo volto, così inquietamente vinto;
so bene quanto questo ti sia indifferente, e non per cattiveria, bensì solo per la tenerezza
della tua solitudine, per la tua coriacea fermezza,
per il tuo imbarazzo, per quella tua silenziosa gioventù che non perdona.
Tutto quello che valichi e rimuovi
tutto quello che lambisci e poi nascondi,
tutto quello che è stato e ancora è, tutto quello che cancellerai in un colpo
di sera, di mattina, d’inverno, d’estate o a primavera
o sugli spenti prati autunnali – tutto resterà sempre con me.
Io accolgo il tuo regalo, il tuo mai spedito, leggero regalo,
un semplice peccato rimosso che permette però alla mia vita di aprirsi in centinaia di varchi,
sull’amicizia che hai voluto concedermi
e che ti restituisco affinché tu non abbia a perderti.
Arrivederci, o magari addio.
Lìbrati, impossèssati del cielo con le ali del silenzio
oppure conquista, con il vascello dell’oblio, il vasto mare della dimenticanza.
(Josif Aleksandrovič Brodskij )
5 set 2014
L'Italiano che simpaticone!
Stavamo parlando della lingua italiana... e prima di cominciare con la grammatica, per capire che è una simpaticona e che bisogna conoscere le regole, ma applicarle in maniera leggera , perché con l'ortodossia si cade spesso in grandi errori, se non di scrittura spesso di concetto.
Premesso che la trasformazione dal latino al volgare attraverso la lingua parlata ha la sua prima testimonianza scritta in un documento notarile del sud Italia, Premesso che la prima scuola poetica in volgare è nata e proliferata nella mia amatissima isola: la Sicilia, alla corte di Federico II di Svevia.
Come figlia non degna di rappresentare il colto Sud, mi arrabatterò fra aneddoti e regole, io mi diverto spero sia così anche per voi.
Per dipingere bisogna conoscere i colori, per suonare le note, per scrivere le parole.
Un aneddoto racconta della risposta di Théophile Gautier alla domanda di Baudelaire che gli chiedeva "come fate a scrivere così bene?" e lui "ho studiato molto il vocabolario".
Anatole France diceva che la sua lettura è una delle avventure più eccitanti per la nostra fantasia.
Il vocabolario contiene l'universo, ogni parola costituisce un mondo a sé stante, riflette una storia una conquista del pensiero.
Più che alle storie bisognerebbe indirizzare i ragazzi al dizionario : uno scrigno discreto che contiene dalla A alla Z la nostra sterminata ignoranza.
Siamo orgogliosi di avere libertà di parola, ma come è possibile esercitarla se ne conosciamo così poche?
Gabriele D'annunzio passava giorni a studiare il vocabolario, in particolare l'etimologia, e per chi scrive è utile come al medico la composizione di una medicina.
Tutte le parole hanno una sorgente ed un percorso, cioè etimologia e semantica.
mi meraviglio come a distanza di tanti anni gli insegnamenti di Maria Luisa Spaziani, per la filologia romanza e letteratura francese possano essere così nitidi nella mia memoria, ma in quegli anni accademici ho avuto la fortuna di avere come docenti colossi della cultura internazionale e certe emozioni ed amori non si scordano.
Chi usa senza conoscerne l'origine, la parola può fare brutti scherzi.
Per esempio repubblica popolare democratica e come dire regno monarchico, acqua idraulica, ghiaccio gelato e chiunque scrivesse con questa tautologia sarebbe considerato un pazzo, chi invece scrive repubblica democratica popolare no.
Chi non legge il vocabolario può pensare che equino ed equinozio derivino dalla medesima parola latina. E poi le regole sugli accrescitivi...
se salone è una sala grande, ciò non vuol dire che mattone derivi da matto, bottone da botte, burrone da burro.
Rubinetto non è in piccolo rubino e brigantino non è un brigante giovane e la focaccia non va scambiata per una foca di facili costumi....
La nostra lingua è piena di trabocchetti, per gli stranieri che la studiano, figuriamoci per gli italiani che non la studiano mai.
Fine del primo capitolino,
grande errore, perchè in italiano il diminutivo di capitolo non esiste, (si dice un breve capitolo) e capitolino è l'italiano cittadino della capitale o un oggetto appartenente alla tradizione e cultura romana.
20 ago 2014
Latino in itinere ultima parte
Ho voglia di scrivere un altro post, ma prima, non posso non mantenere ... e concludere la terna del latino.
Per iniziare sono passata al volo
Per iniziare sono passata al volo

davanti la libreria. Ho preso, ad occhi chiusi, dallo scaffale dove ho sistemato i classici latini , come una pesca, un libro ed il caso ha estratto Seneca.
De providentia e il De brevitate vitae.
Spero di riuscire ad esporre brevemente il De brevitate.
Frasi famose,come "la vita è breve, l'arte è lunga".
"La vita è il sogno di un ombra."
"Vassene il tempo e l'uom non se ne avvede",
"dalla cuna alla tomba è un breve passo" riempiono tutti i generi di libri..
La letteratura è piena di aforismi e riflessioni sulla brevità della vita, ma Seneca nega che la vita sia breve, essa appare tale a chi non ne fa buon uso, ma che in effetti è satis longa abbastanza lunga, anzi large data per coloro che sanno spenderla bene.
Rimproveriamo alla natura di essere stata avara per averci dato una vita così breve, e così veloce, che salvo poche eccezioni, essa ci abbandona proprio mentre ci accingiamo a sperimentarla.
E leggo in latino, ma riporto per brevità la traduzione:
"La nostra vita non è breve, siamo noi che la rendiamo tale.
Come immense e regali ricchezze, se capitano in mano di un cattivo padrone, spariscono in un battibaleno, mentre capitali anche modesti, se affidati ad un buon amministratore, aumentano per gli utili che se ne sanno trarre, così la nostra vita riesce molto lunga a chi sa farla fruttare."
Le frasi in latino, belle come motti da ricordare sono tantissime, alcune musicali e concise...
ubi ad malum dominum pervenerunt, momento dissipantur....
Nel De providentia... Seneca a seguito di una domanda posta da Lucilio:
Quare multa bonis adversa eveniunt, cioè per quale ragione ai buoni capitino tante disgrazie, sembra una delle tante coincidenze, anzi sincronie, che scandiscono le mie giornate.
Pescare a caso il De providentia e il De brevitate vitae, sarà un segno? la cosa certa è che io in questi giorni, ho spesso pensato che la mia vita è stata troppo lunga anche se ho sprecato trenta e più anni, negli altri che ho bene usato ho fatto tantissime cose... ed ho lavorato su me stessa per considerare disgrazie che mi hanno sempre inseguito, come "provvida sventura", concetto esposto in maniera magistrale da Seneca.
Scrivere del latino che usiamo tutti i giorni, mi ha fatto riprendere in mano letture di vecchi libri, e da un po di sere mi sono regalata il piacere trasgressivo delle poesie di Catullo, l'appagamento per la magnificenza delle letture giuridiche,( ho riletto soltanto la presentazione ed introduzione alla Storia del diritto romano ) e considerato quanta differenza vi è fra i saggi di adesso e quelli di Cicerone sull'Amicizia e L'arte di invecchiare .
Est enim amicitia nihil aliud nisi omnium divinarum
humanarumque rerum cum benevolentia et caritate consentio....
Sarò una patita dei classici latini, ma trovo in queste frasi una musicalià di linguaggio e concetti trovati di ugual portata solo fra i filosofi greci.
A distanza di 2000 anni i testi di Cicerone sono sorprendentemente attuali, appartenenti alla filosofia morale, imbevuta di Greca sapienza, come il pensare che l'amicizia è il bene più prezioso fra i beni dell'uomo, dopo la sapienza, e che essa può nascere solo fra animi "per bene".
Ricordo qui il latino come un avo ancora i vita:
- Lapis
- lapsus
- lavabo
- lectura
- legenda
- locanda
- libido
- lupus (affezione della pelle)
- lupus on fabula
- magnificat
- magnitudo
- magnum
- mare magnum
- mare nostrum
- mass media
- maximum
- mea culpa
- medium
- memento
- memorandum
- mens sana in corpore sano
- minimum
- mirabilia
- modus vivendi
- more uxorio
- motu proprio
- mutatis mutandis
- mutanda
- nemo phrofeta in patria
- noli me tangere
- nomen omen
- non possumus
- nova
- novissimi
- nubendi
- odi et amo
- omissis
- opera omnia
- optimum
- opus dei
- ora et labora
- osanna
- o tempora o mores
- pater familias
- pater noster
- placet
- plenum
- pollice verso
- post mortem
- probi viri
- pro die
- pro memoria
- prorogato
- pro tempore
- quid
- qui pro quo
- quorum
- radium
- raptus
- rebus
- referendum
- regina coeli
- reprimenda
- repulisti
- sacra rota
- salve
- senior
- sic
- sine cura
- sine die
- sine qua non
- solarium
- statu quo
- status
- sua sponte
- sui generis
- super
- super partes
- sursum corda
- symposium
- tabula rasa
- tot
- transeat
- trasfert
- turbo
- ubi maior minor cessat
- ultima ratio
- ultimatm
- ultra
- urbi et orbi
- unicum
- vacatio legis
- vademecum
- vale
- verba volant
- via crucis
- viceversa
- virago
- virus
- vulgo. In questa ultima parte ho volutamente inserito più parole anzicché intere frasi. e alla fine di questo lungo elenco è obbligo commentare il sorriso scaturito oggi mentre ascoltavo il tg3.
Latino, caro latino, ancora con la tua lingua salvi un mediocre italiano.
7 ago 2014
tutti latinisti ?
Apro il video del computer metto l'audio, e comincio a digitare.
In questa piccola frase ho già usato due parole latine.
Il latino, presunta lingua morta dà segni giornalieri di sopravvivenza, buttato fuori dalla scuola e dalla chiesa, lui rivive e si vendica penetrando nel linguaggio della burocrazia, nei posti cardini della politica, della economia, dei tribunali, dello spettacolo e dello sport. Mia cugina,insegnante di latino e greco al liceo, che mi dedicava tutti i pomeriggi e con la quale svolgevamo un nostro programma al di fuori dell'insegnamento impersonale della scuola, mi inizio al latino dicendo: Non esiste lingua più sintetica,con la capacità di condensare il massimo di pensiero nel minimo di parole.
In effetti, viviamo in una società malata di stitichezza concettuale e affetta da diarrea verbale.
L'approccio alle materie letterarie era sempre diverso da quello ascoltato la mattina in aula; a scuola ci misero in guardia per la complicata grammatica, per il dover apprendere tutti i casi delle 5 declinazioni, per lo studio più approfondito dei complementi e "questo adesso, poi verrà il tempo della sintassi e saranno dolori"
Maria invece mi disse :" è una lingua affascinante, che nel tempo ti farà capire molte cose, ti permetterà di aprire le porte dei significati delle parole quando leggi, ma sopratutto è divertente, basta capirne l'ingranaggio e sarà come una sfida a misurarsi, come fare le parole crociate".
Adesso, più passano gli anni e più mi accorgo quanto sia usato il latino, eppure le scuole lo hanno abolito definitivamente.
Avevano provato a lasciarlo facoltativo, ma scegliendolo solo il 17% degli studenti lo hanno abolito.
Questi intelligentoni si sono mai chiesti se avessero messa facoltativa la matematica quanti sarebbero stati i ragazzi a sceglierla? da sondaggi fatti non più del 13%.
Qui di seguito scelgo alcuni modi di dire e parole che io uso correntemente in aggiunta a quelli che usiamo tutti senza pensare che siano termini latini.
In questa piccola frase ho già usato due parole latine.
Il latino, presunta lingua morta dà segni giornalieri di sopravvivenza, buttato fuori dalla scuola e dalla chiesa, lui rivive e si vendica penetrando nel linguaggio della burocrazia, nei posti cardini della politica, della economia, dei tribunali, dello spettacolo e dello sport. Mia cugina,insegnante di latino e greco al liceo, che mi dedicava tutti i pomeriggi e con la quale svolgevamo un nostro programma al di fuori dell'insegnamento impersonale della scuola, mi inizio al latino dicendo: Non esiste lingua più sintetica,con la capacità di condensare il massimo di pensiero nel minimo di parole.
In effetti, viviamo in una società malata di stitichezza concettuale e affetta da diarrea verbale.
L'approccio alle materie letterarie era sempre diverso da quello ascoltato la mattina in aula; a scuola ci misero in guardia per la complicata grammatica, per il dover apprendere tutti i casi delle 5 declinazioni, per lo studio più approfondito dei complementi e "questo adesso, poi verrà il tempo della sintassi e saranno dolori"
Maria invece mi disse :" è una lingua affascinante, che nel tempo ti farà capire molte cose, ti permetterà di aprire le porte dei significati delle parole quando leggi, ma sopratutto è divertente, basta capirne l'ingranaggio e sarà come una sfida a misurarsi, come fare le parole crociate".
Adesso, più passano gli anni e più mi accorgo quanto sia usato il latino, eppure le scuole lo hanno abolito definitivamente.
Avevano provato a lasciarlo facoltativo, ma scegliendolo solo il 17% degli studenti lo hanno abolito.
Questi intelligentoni si sono mai chiesti se avessero messa facoltativa la matematica quanti sarebbero stati i ragazzi a sceglierla? da sondaggi fatti non più del 13%.
Qui di seguito scelgo alcuni modi di dire e parole che io uso correntemente in aggiunta a quelli che usiamo tutti senza pensare che siano termini latini.
- Absit iniuria verbo (l'offesa sia lontana dalla parola).
- Ad abundantiam.
- Addendum (in genere nelle lettere commerciali: facendo seguito ai nostri accordi verbali!)
- Ad hoc
- A divinis
- Ad kalendas Graecas in genere dico alle calende greche (che non esistono nel calendario greco per cui mai !)
- Ad libitum (a piacere, a volontà, secondo il proprio capriccioso piacere)
- ad maiora
- ad personam
- Agenda
- A latere ( il giudice a latere sta a fianco del giudice titolare del fascicolo di causa)
- Album
- Alias
- Alibi
- Alleluia
- alter ego
- ambo
- ante litteram
- a posteriori
- a priori
- arbiter elegantiae
- audio- video
- auditorium
- aula magna
- aurea mediocritas
- auscultare
- aut aut
- Aut caesar aut nihil (Questa era una frase che usavo spesso nei tempi in cui ero viziatella, o cesare o niente, cioè o tutto o niente, quindi senza nessun compromesso).
- Ave Maria
- Bis
- Bonus malus (ci hanno pensato le assicurazoni a farlo entrare nel linguaggio di tutti)
- Brevi manu
- busillis
- Campus (ci hanno pensato gli inglesi a farla entrare in italia con passaporto estero!)
- Caput mundi
- Caritas
- Carpe diem
- Casus belli
- cave canem
- clientes
- consecutio temporum
- corpus (raccolta di opere letterarie)
- corpus domini
- cui prodest (purtroppo lo dico e lo scrivo spesso, a chi giova?)
- cum grano salis
- cum quibus
- curriculum
- de cuius
- de facto Adesso mi fermo,l'idea del post, la ho avuta perché sono riuscita ad avere un libro di Marchi, che mi mancava da 30 anni, ma domani... o meglio appena posso continuo, miei cari latinisti.
4 ago 2014
Mutanda et Smemoranda
Se mi guardo attorno il mio nulla prende quota, e la mia autostima cresce. Non importa se a torto, ma indubbiamente per il mio io risulta positivo. e va bene così.
Avevo un blog ricevuto in regalo,dove scrivevo farina di altro sacco ed ho cancellato, ma che dico cancellato...non cancellato,si è pretesa la restituzione di un dono che avevo ricevuto per rottura di una anomala società...
Ho sempre sopravvalutato le persone con le quali intrattengo rapporti, e con la cenere in testa debbo confessare che questa mia abitudine fa male a me, la cui umiltà non viene compresa ed alimento l'ego degli altri, e fa male a chi perde la consapevolezza del proprio limite.
Mi fregio di non essere dattilografa insieme al fatto che sono pigra e non perdo tempo a limare, rileggere sopratutto gli strafalcioni di ortografia derivanti dalla digitazione, che per me è sempre indigesta.
E da questa mia carenza, forse dovuta più al mio carattere, frettoloso e superficiale considero questo post un prologo ad una serie di post dal titolo Impariamo l'italiano, Come si legge un libro, e Siamo tutti latinisti.
Ad maiora!
1 ago 2014
Indipendenti dall'invidia
Interrompo la mia deambulazione casereccia e di sistemazione, per un pensiero che voglio fissare
"L'invidia è un sentimento meschino, penoso, che avvelena i rapporti sociali, ma anche amicali ed di parentela, fa soffrire in silenzio e a volte sfocia in comportamenti assurdi, anche di competitività fra consanguinei, ma ancor peggiore non è la superbia di chi reputa che nessuno sia degno della propria invidia?
Ditemi voi.
Io Intanto prima ancora di aver tutto a posto sto organizzando per l'arrivo di un ospite ... conosciuto nove anni fa nel web, e amico nel reale da sette.
Ma lui, milanese, che sta facendo il giro della Sicilia in bici ... intanto si adatterà a sopportare una superbona? ;.)
OPS .... avevo dimenticato la musica e per lui,proprietario del Sound70, unico locale in Italia dove si ascolta solo anni'70 ed esclusivamente su vinile.
"L'invidia è un sentimento meschino, penoso, che avvelena i rapporti sociali, ma anche amicali ed di parentela, fa soffrire in silenzio e a volte sfocia in comportamenti assurdi, anche di competitività fra consanguinei, ma ancor peggiore non è la superbia di chi reputa che nessuno sia degno della propria invidia?
Ditemi voi.
Io Intanto prima ancora di aver tutto a posto sto organizzando per l'arrivo di un ospite ... conosciuto nove anni fa nel web, e amico nel reale da sette.
Ma lui, milanese, che sta facendo il giro della Sicilia in bici ... intanto si adatterà a sopportare una superbona? ;.)
29 lug 2014
Ricordi , prologo del futuro
Immagini fantastiche dei numeri speciali di Epoca, l'allunaggio, le avventure di Bonatti, e indietro nel tempo La lettura e Le vie d'italia, del 1914, e gli articoli sulla Grande Guerra. Ho sistemato alcune cose di Beppe, la sua rivista Braci, dei libretti stampati da una tipografia locale, che adesso non c'è più, e mentre pensavo a quanta grande è stata la mia fortuna di vita, altrettanto grandi i miei dolori e le tragedie, e oltre ad essere unica, del resto come tutte le altre, la sento speciale, per la passione che mi accompagna, e il ritornello che mi fa arrabbiare "tu sempre fortunata" so che corrisponde a verità.
Per uno strano sentire, ho visitato un sito che mi era stato decantato anni fa, e che mi aveva profondamente deluso, forse per le aspettative che non bisogna mai avere.
Non lo avevo più visitato, e, caso o coincidenza, stamani ho trovato una poesia di Beppe ; un semplice copia incolla, di quelli che per dire qualcosa ti affidi a parole altrui, e sopratutto alla poesia che è un linguaggio capace di accarezzare il cuore di tutti, infatti si basa sulla interpretazione soggettiva e lo stato d'animo di chi legge.
Allora mi piace "dire o meglio ridire" di questo grande della scuola poetica romana degli anni 80. Così do una rispolverata ad un mio vecchio post... dell'Aprile del 2012 :
A scrivere ho imparato dagli amici,
ma senza di loro. Tu m'hai insegnato
ad amare, ma senza di te. La vita
con il suo dolore mi insegna a vivere,
ma quasi senza vita, e a lavorare,
ma sempre senza lavoro.
Allora io ho imparato a piangere,
ma senza lacrime, a sognare, ma
non vedo in sogno, che figure inumane,
Non ha più limite la mia pazienza.
Non ho pazienza più per niente, niente
più rimane della nostra fortuna.
Anche ad odiare ho dovuto imparare
![]() |
Foto di Beppe ai Fori Imperiali "letture notturne" |
e dagli amici e da te e dalla vita intera.
Beppe SalviaSistemando vecchie carte ho trovato un suo breve appunto.
“Io amo la mia casa perché è bella / e silenziosa e forte: sembra d’aver / qui / nella casa un’altra casa, d’ombra, / e nella vita un’altra vita, eterna”.
E mentre un gatto prendeva posto alle spalle di quella nonna che sedeva in modo da fargli posto,
![]() |
Foto Gingi sala da pranzo |
Ci sarebbero nella biografia di Beppe tanti elementi per farne una leggenda. A Lui piacevano gli slanci e i salti, i salti lessicali e logici,
e anche quelli fisici, da equilibrista.
Gli piaceva saltare sui davanzali.
Lo faceva ogni tanto, tra il terrore di chi guardava.
Non si prendeva mai sul serio, aveva uno spirito sornione, e se pure aveva un sentimento altissimo della poesia, non ci pensava troppo a bruciare le sue pagine o a buttarle nel Tevere.
"Scriveva usando eteronomi, alla maniera di Pessoa,
che gli consentivano di praticare «l'immodesta arte di troppe vite vere».
Dal vento dei suoi boschi lucani "al limitar di neve e foresta" fra volpi e segugi gli arrivò il soffio dei versi di Orazio e dalla materna Sicilia l'eco della scuola siciliana."
E mi affacciavo su quel giardino
![]() |
Giardino di casa, foto fatta 40 anni dopo. |
Gingi e Beppe in giardino 1955 |
![]() |
Foto Strega acquerello e china B. Salvia,1970 |
23 lug 2014
Avventura nel primo secolo
"Avventura nel primo secolo" finito di rileggerlo la scorsa notte, a volte mi prende il desiderio di libri che hanno lasciato un buon ricordo, e questo di Paolo Monelli per me è stata una folgorazione allora, ed un piacere rinnovato adesso.
Monelli una sera del 1954, riceve la visita di un incaricato della sezione UDU (ufficio dei desideri umani.) per consentirgli di realizzare il desiderio di fare un viaggio nel tempo e di vivere nella Roma dei Cesari.
Egli non potrà modificare nulla, non potrà incidere sui fatti storici,né comunicare future invenzioni ai suoi concittadini, e il suo spirito prenderà posto nel corpo di un bimbo appartenente alla gens valeria.
IL racconto pieno di simpatici aneddoti ha una grande valenza storica, e porta anche chi lo legge alla conoscenza di una quarantina d'anni, coinvolgenti per la precisione e la ricostruzione ambientale .
Lui , Publius Valerius Monellus ci fa assistere dagli ultimi anni del governo di Augusto fino alla prudente politica estera di Tiberio, ci porta a Capri, a Baia, in Egitto in Siria, a Petra, fino alla conoscenza di Plinio il vecchio, sempre in compagnia del suo taccuino, al quale predice inutilmente la morte investito dalla tremenda nube di gas del Vesuvio.
Impossibile qui dire i riferimenti storici quelli mitologici e le considerazioni su i personaggi ed i luoghi dell'epoca. Riporto un brano tanto per farvi capire quanto vasti siano gli orizzonti descritti: "Sapevo che Hostia frequentava... Ovidio Nasone che avevo visto più volte dal libraio, presso il termopolio del portico di Nettuno, ospite onorando. Ogni volta che lo vedevo pensavo ad un misto di Cardarelli e di Bacchelli, un Cardarelli per la piega amara delle labbra, per il gesto ammonitore, col dito alzato, con cui attirava l'attenzione con quello che stava per dire, un Bacchelli per la maestà dell'incedere e le floride pieghe della pelle sulle guance, e l'aspetto di uomo fortunato, che se la faceva bene, amico dei potenti, vezzeggiato dalle donne".
Poi ci sono le notti romane, delle matrone ma anche di Julia, nipote dell'imperatore che si racconta, e pare risponda al vero, che una sola notte infilò nel braccio della statua del nonno bel tredici corone d'alloro, tante quanti i centurioni che avevano acconsentito a soddisfarne le sue voglie.
Adesso con il sapore di aver vissuto 20 secoli addietro, con il ripasso della mitologia, della storia e dei sentimenti dell'epoca mi chiedo:
Che interesse può avere per un lettore una storia vecchia di duemila anni?Che segni di vita possono arrivare da un passato di 20 secoli ?Shakespeare nella Tempesta ci avverte
Monelli una sera del 1954, riceve la visita di un incaricato della sezione UDU (ufficio dei desideri umani.) per consentirgli di realizzare il desiderio di fare un viaggio nel tempo e di vivere nella Roma dei Cesari.
Egli non potrà modificare nulla, non potrà incidere sui fatti storici,né comunicare future invenzioni ai suoi concittadini, e il suo spirito prenderà posto nel corpo di un bimbo appartenente alla gens valeria.
IL racconto pieno di simpatici aneddoti ha una grande valenza storica, e porta anche chi lo legge alla conoscenza di una quarantina d'anni, coinvolgenti per la precisione e la ricostruzione ambientale .
Lui , Publius Valerius Monellus ci fa assistere dagli ultimi anni del governo di Augusto fino alla prudente politica estera di Tiberio, ci porta a Capri, a Baia, in Egitto in Siria, a Petra, fino alla conoscenza di Plinio il vecchio, sempre in compagnia del suo taccuino, al quale predice inutilmente la morte investito dalla tremenda nube di gas del Vesuvio.
Impossibile qui dire i riferimenti storici quelli mitologici e le considerazioni su i personaggi ed i luoghi dell'epoca. Riporto un brano tanto per farvi capire quanto vasti siano gli orizzonti descritti: "Sapevo che Hostia frequentava... Ovidio Nasone che avevo visto più volte dal libraio, presso il termopolio del portico di Nettuno, ospite onorando. Ogni volta che lo vedevo pensavo ad un misto di Cardarelli e di Bacchelli, un Cardarelli per la piega amara delle labbra, per il gesto ammonitore, col dito alzato, con cui attirava l'attenzione con quello che stava per dire, un Bacchelli per la maestà dell'incedere e le floride pieghe della pelle sulle guance, e l'aspetto di uomo fortunato, che se la faceva bene, amico dei potenti, vezzeggiato dalle donne".
Poi ci sono le notti romane, delle matrone ma anche di Julia, nipote dell'imperatore che si racconta, e pare risponda al vero, che una sola notte infilò nel braccio della statua del nonno bel tredici corone d'alloro, tante quanti i centurioni che avevano acconsentito a soddisfarne le sue voglie.
Adesso con il sapore di aver vissuto 20 secoli addietro, con il ripasso della mitologia, della storia e dei sentimenti dell'epoca mi chiedo:
Che interesse può avere per un lettore una storia vecchia di duemila anni?Che segni di vita possono arrivare da un passato di 20 secoli ?Shakespeare nella Tempesta ci avverte
“il passato è soltanto un prologo”
il prologo
della nostra vita, alla quale tutto ciò che la precede appartiene come parte
indistruttibile dell’esistenza, Cesare, Antonio, Annibale. Costantino,
Alessandro, e tutti gli altri anche sconosciuti siamo noi, la loro storia è la
nostra storia.
Il ricordo che riusciamo a decifrarne è in sostanza il ricordo di
noi stessi.
Ed è inutile obiettare che 20 secoli sono un abisso così profondo da
non poter scendervi dentro.
Ogni 100 anni si succedono tre generazioni, il mio
nonno era nato nel 1861, insieme al regno d’Italia e da bimba raccontava quello
che aveva sentito dal suo nonno su i Francesi ed i Borboni… l'altro nonno raccontava di quando suo padre piantò in giardino al passaggio di Garibaldi la palma che ancora c'è.
Un filo
ininterrotto dal settecento fino a me. Con questa cadenza di vita sessanta nonni ci dividono da Annibbale o Cesare.
Sessanta nonni soltanto.
E che dire dei luoghi spettatori impassibili e fedeli
del passato, testimoni che attendono solo di essere interrogati? Basta saper
guardare e Cartagine diventa viva.Cesare e Annibbale contemporanei nei nostri ricordi, uomini come
noi che vivevano di pane, provavano desideri, assaporavano dolori, avevano
bisogno di amici.
14 lug 2014
Diverse illusioni
Se dovessi parlare del mio stato d'animo in questo periodo potrei paragonarlo ad un libro, di quelli difficili da recensire, di quelli zeppi di tutto e scoordinati, scritti senza uno stile la cui critica è fatta solo per evitare parole insulse o farraginose, direi è "un volume di 1000 pagine, difficile leggerlo fino alla fine".
Le mie giornate adesso cominciano all'alba ed ieri era l'ora del tramonto quando mi sono addormentata stanca nel fisico ed avvilita nel pensiero.
Poi, nei primi minuti del nuovo giorno, mi sveglio e nel momento mediatico del dormiveglia, fra percezione o autocritica, con senso di colpa tengo sempre tutto e tutti sotto verifica.
E' un meccanismo strano, scavo fino in fondo, chiedo, leggo, spulcio il mio e l'altrui e le mie percezioni o sensazioni vengono sistematicamente confermate.
Potrei essere soddisfatta di questo mio non sbagliare, invece, è schiusa la porta verso la delusione per aver sperato diversamente, nel dispiacere di dover cambiare idea.
20 giu 2014
Se stai ferma, a fare lavoretti manuali, la mente vola e da un pensiero all'altro si attraversano mondi e tempi...
Giorni fa scrivevo come la visione delle cose è soggettiva. e mi sembrava una scoperta di adesso, di questo mondo web, anzi credevo fosse una novità vedere che su valori universali come la fedeltà, il rispetto, il pudore, la correttezza si potesse pensare in maniera diversa dal senso comune.per quanto riguarda le verità per esempio essa è sempre soggettiva, legata a ricordi, percezioni, background di ciascuno, la verità giuridica, poi,è cosa spesso completamente diversa dalla realtà delle cose.
E mentre cucivo tornavo indietro con il pensiero e da lento capricorno ho percepito solo adesso che avevo avute molte dimostrazioni, a cui non davo importanza, i miei interessi primari erano rivolti altrove e alle dimostrazioni di queste opposte visioni reagivo con una leggera meraviglia, senza soffermarmi.
Sarà l'età, la solitudine materiale, il possesso del tempo, la libertà, adesso sono più attenta e mi vengono in mente posizioni opposte, noto sfumature che sono bugie anche se albergano in cuori sinceri....
La fedeltà, quella relativa al vivere civile, strettamente legata al rispetto o quella esasperata che praticavo nella mia vita privata non la riconosco più verso
Giorni fa scrivevo come la visione delle cose è soggettiva. e mi sembrava una scoperta di adesso, di questo mondo web, anzi credevo fosse una novità vedere che su valori universali come la fedeltà, il rispetto, il pudore, la correttezza si potesse pensare in maniera diversa dal senso comune.per quanto riguarda le verità per esempio essa è sempre soggettiva, legata a ricordi, percezioni, background di ciascuno, la verità giuridica, poi,è cosa spesso completamente diversa dalla realtà delle cose.
E mentre cucivo tornavo indietro con il pensiero e da lento capricorno ho percepito solo adesso che avevo avute molte dimostrazioni, a cui non davo importanza, i miei interessi primari erano rivolti altrove e alle dimostrazioni di queste opposte visioni reagivo con una leggera meraviglia, senza soffermarmi.
Sarà l'età, la solitudine materiale, il possesso del tempo, la libertà, adesso sono più attenta e mi vengono in mente posizioni opposte, noto sfumature che sono bugie anche se albergano in cuori sinceri....
La fedeltà, quella relativa al vivere civile, strettamente legata al rispetto o quella esasperata che praticavo nella mia vita privata non la riconosco più verso
10 giu 2014
CONQUISTE?
poesia, ma so che può volare più alta,
senza le mie parole.
Schiuma
d'aquiloni è la traccia che resta.
Ho
diviso la notte dal giorno,
ho
creduto di poterlo tenere con me.
Ho
gridato a tutto il mondo
la
mia conquista.
Non
era vero, l'altro da me mi ha beffato.
Doveva
farlo e si è allontanato
alla
nascita,
ora
va e viene nel mio orizzonte
e
non posso dire se sia mutato
e
come.
Ansia
talvolta, stupore sempre
ma
l'amore non è finito:
è
solo volato via per sfiorarmi,
sfigurarmi,
per sconfiggermi
e
tradirmi.
Gioca
padrone con la libertà e la luce
poiché
le comprende entrambe.
Qui
sotto non sarebbe restato
a
farsi maltrattare dal tempo.
A
volte desidero che mi uccida
presto,
sono
stanco di privarmi
del
suo abbraccio.
Lo
cerco con lo sguardo
lo
intravedo mentre simula
indifferenza.
Mi
dice d'attendere pochi istanti:
appena
trent'anni, un lieve gesto di vita…
ride
mentre lo dice.
L'amore
è volato via. (E.R.)
8 giu 2014
Anche tempo di Domenica
Prova infinita
![]() |
Foto Strega 7 giugno 2014 |
Quando la prova sarà terminata, riporrà il violoncello nella custodia e tornerà a casa in tassì, uno di quei tassì dal portabagagli grande, ed è possibile che stasera, dopo cena, apra la suite di Bach sul leggio, tragga un profondo respiro e sfiori con l’arco le corde perché la prima nota che nascerà possa consolarlo delle incorreggibili banalità del mondo…
José Saramago
5 mag 2014
![]() |
foto Strega uno dei mostri del giardino |
Oggi, in giro nel web, gente che litiga per ideali politici, destra, sinistra...e uno strano meccanismo, che considero normale mi ha portato a pensare al Ministero dell'Immigrazione Australiano, meticoloso nel valutare gli aspiranti al suo prezioso visto.
Le domande sono una cinquantina che mirano a scoprire se nel nostro cervello sia dominante l'emisfero sinistro, sede delle capacità logico-razionali e guida della parte destra del corpo, o quello destro, culla delle emozioni e della creatività nonché governatore del nostro lato sinistro.
Naturale per me che da 30 giorni ho scoperto il mio lato sinistro, e l'incapacità di usare in maniera paritaria ed equilibrata il mio corpo, ma forse anche il mio cervello.
In modo che una volta rivelato il lato prevalente dovremmo pensare a stimolare il più debole dei due,per raggiungere ulteriori vantaggi.
In questo modo gli antipodi risulterebbero meno "agli antipodi" – la geografia è scienza esatta più della neurologia – e lo straniero risulterebbe meno alieno.
Perché in Australia le cose possono anche non avere un senso, ma un verso ce l'hanno sempre. E non è il nostro (destro).
Io non ho avuto la fortuna di imbattermi nella ricerca svizzera, ma sogno gli antipodi solo quella di inciampare, mi immagino ed invento il mio arrivo nel cartello “KEEP LEFT”, “State a sinistra”, sul pavimento (bagnato) dell'area Ritiro bagagli. E mi immagino....
Colpita dalla coincidenza, poi rivelatasi prassi, che la reception del residence dove alloggiavo fosse a sinistra dell'entrata - non a destra, come lassù nell'emisfero boreale.
Un invito a pensare (con l'emisfero destro), prima di muovermi. Sempre e solo a sinistra. Gli emisferi - del cervello, intendo - sono come muscoli: si possono allenare.
Avessi avuto esperienza, di sicuro avrei evitato di gesticolare rinchiusa nell'auto, in pieno incrocio, ora di punta di Perth, paralizzando la forza lavoro cittadina che si domandava: chi di noi sta salutando? girerà a destra o a sinistra? le è finita la benzina o si è scaricata la batteria? Fatto esercizio mentale, avrei capito ed imparato che, con la guida a sinistra e la plancia comandi speculare, se cerchi le frecce trovi il tergicristallo, se vuoi il freno a mano impugni la leva dello schienale e, se ti serve il cambio, devi frugare nella tasca della portiera. Per questo, suppongo (con il mio emisfero sinistro), le auto in Australia hanno per lo più il cambio automatico: d'accordo stimolare la creatività, ma senza provocare ingorghi al traffico.
E non illudetevi che, decidendo di andare a piedi o in bicicletta, si possa scampare al ribaltone, neurologico almeno. Marciapiedi, vie ciclabili, corsie per pattini e skate, percorsi di walking e di jogging, tutti soggiacciono alla dittatura sinistrorsa. Io non abituata, venuta in campagna ho dovuto restituire la car in affitto, poichè ignoravo capacità sinistroidi.
Camminare, pedalare o correre contromano ti porta, in caso di scontro, all'ammenda (equivalente a quella su strada) e alla gogna pubblica. E che umiliazione si deve provare al supermercato l'addetto alla sicurezza ti fa voltare naso all'insù, verso le telecamere, per far rivedere, tra sguardi di riprovazione, l'intera corsa del carrello in mezzo agli scaffali. Corsa contro senso. Keep-left, ha articolato la guardia giurata, dimenando il suo braccio sinistro, temendo forse – dato lo stupore con il quale assistevo alla scena – che non conoscessi la differenza tra essere da una parte o dall'altra. Neanche non fossi italiana... E' vero che questi ultimi anni, ideologicamente parlando, mi hanno un po' disorientata e non saprei più ben definire cosa significhi la Destra o la Sinistra, ma possibile che la politica abbia ripercussioni sulla neurologia?
La Sinistra, in Australia, non ha preso possesso solo della strada, ma è entrata anche nelle case. Quante docce gelate o ustionanti mi sarei risparmiata se avessi saputo che, una volta passati all'opposizione, ne fai la tua filosofia di vita. Quindi, le chiavi girano nella toppa a destra, se vuoi entrare in casa, e a sinistra se vuoi uscire, ma i rubinetti si aprono ruotando la manopola a sinistra e si chiudono a destra. Non gioite sconsideratamente, come la sottoscritta, se vedete in bagno i miscelatori. Anche questi sono passati dall'altra parte: hot, caldo, non è in alto a destra, ma a sinistra.
Comunque, non è il caso di impazzire. Già in quindici giorni - assicurano i ricercatori svizzeri - l'emisfero sollecitato si plasma e, un po' alla volta, non si sembra più squilibrati a piede libero. Anch'io, forse più lentamente perché da italiana l'alternanza mi si era un po' arrugginita, ho iniziato dopo un certo tempo a non risentire più del sottosopra. Il sole, qui in Australia, brilla a mezzogiorno indicando il nord – però nasce sempre a est e tramonta immancabilmente a ovest. Il comune organizza corsi per i giovani graffittari, così potranno imbrattare tutte le superfici pubbliche che vorranno – purché si scelgano uno stile. Le code, ai buffet e alla posta, vanno sì in senso anti-orario, ma i dolci sono comunque alla fine. Al termine dell'anno scolastico il preside non tiene discorsi ma pranzi con gli alunni nel suo ufficio, perché le critiche in convivio sono più sincere – tuttavia, giusta osservazione non fa media. A marzo inizia l'autunno e a settembre la primavera, però vento e pioggia non fanno differenza. Ad atletica e a basket almeno una lezione al mese si fa con i disabili, sedendosi in carrozzella, per imparare a usare la testa oltre che le gambe – ma i record personali contano, e te li affiggono ogni volta sulla maglietta. Dal sud arriva la bora gelida, dal nord il caldo africano, eppure il torcicollo me lo sono preso comunque, verso destra e verso sinistra, per un classico della par condicio.
E MI CHIEDO QUALE DEI DUE EMISFERI HA IL PRIMATO SUL MIO STATO.
Iscriviti a:
Post (Atom)