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Collezione Strega |
Le giornate sono lunghe, iniziano quasi all’alba col dare da bere alle piante, continuano con l’interminabile trasloco, qualche programma TV su Rai5 , RaiStoria e La7, senza farmi mancare Augias, e spalmata nella giornata qualche visita in rete e social.
Ore calde e lente ma piene. E ieri, nella blogsfera ho letto un post in cui si nomina la cultura, “ in senso stretto ed in senso lato “.
Oramai ogni cosa la riporto alle mie esperienze e ricordi, agli studi fatti sulle filologie romanza e germanica, sui miti le parole ed i simboli, letture dei miei venti anni. Non ricordo a chi apparteneva il concetto < La cultura non significa possedere un magazzino strapieno di notizie, ma è capacità della nostra mente di comprendere la vita, la storia, il posto che abbiamo, i nostri rapporti con gli altri uomini. Ha cultura chi ha coscienza di se, e del tutto, chi entra in relazione con il mondo>.
Per questo la lettura di un libro, l’ascolto di un brano, la visione di un opera d’arte o di un film possono contribuire sensibilmente a cambiare la vita di una persona; ma solo quando queste azioni assumono il senso di un “incontro”, ho hanno la forza di un “contagio”… fanno cultura.
Quando nei miei studi di allora, arrivai alla parola cultura ricordo perfettamente che essa era caratterizzata da una certa ambiguità.
Infatti proviene dal latino colere che significa coltivare, in senso figurato, quindi avere cura, trattare con attenzione, onorare: caratteristiche dell’uomo colto.
Cultura ha uno stretto legame con Cultus, participio perfetto di colere, ciò che è stato coltivato., quindi in questa parola vi è uno sguardo all’uomo, riguardo alla terra coltivata, e al frutto che essa ha dato e un significato di conoscenza di valori ed esperienze…..
E mentre scrivevo mi sono chiesta il perché di questo post, Condividere il mio pensiero? fare la maestrina su quello che so o ricordo?, sottolineare che il vero colto si sente ignorante perché sa del non ancora conosciuto ? e mi sono resa conto della sostanziale inutilità di tutto ciò, ho chiuso il pc, doccia, e capatina in farmacia, acquisto dei gelsi all’angolo, dopo avergli chiesto del perché questo anno, non ci sono ancora i fichi, detti di San Giovanni, che portava il padre e la spiegazione è stata la troppa pioggia di Maggio.
Sono andata da lei, l’unico stretto legame rimasto con il passato, connubio perfetto, lei pragmatica io sognatrice, cena, rientro a casa molto tardi dopo aver sperimentato che anche l’aria condizionata rinfresca di più se si è in compagnia.