22 feb 2019

KARL LAGERFELD CONFIDENTIEL

11 commenti:

  1. Non posso vederlo, sano e alto com'era. È troppo triste per me, ho già visto questo film, volevo vederlo di nuovo ma non ora, è troppo presto. Non sono nessuno, un uomo perso nella folla, ma l'ho ammirato così tanto, era al di là della brillantezza intellettuale.

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    1. Per me una icona di stile, una eleganza nel lusso che è rara, ero ragazza quando varcai la prima volta la Maison COCO, lui ne sarebbe diventato il direttore artistico anni dopo, e credo fosse il solo capace di immortalare quella atmosfera e quella bellezza. Io lo adoro.

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  2. Cara Gingi, io non ricordo nulla di questo film, peccato credo sia stato bello.
    Ciao e buona serata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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    1. Tomaso caro, se non segui la moda è del tutto logico che tu non abbia visto questo lungo documentario sul Kaiser dell'arte applicata all'artigianato.
      Un abbraccio anche a te
      Gingi

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  3. Ma c'è pure il gatto?! Perdonami.. ma è una di quelle morti che mi scivolano addosso lasciandomi abbastanza indifferente...

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    1. Forse caro Franco, non sei stato mai curioso di quella parte di antropologia legata alla storia del costume. I nostri abiti ci parlano della società, di quello che siamo, delle nostre sensibilità, e hanno una forte correlazione con la storia e i tempi. Noi siamo, per la società ciò che appariamo, la nostra immagine parla di noi. Già dai Romani, con gli arbiter elegantiarum e via via attraverso i secoli fino alla storia moderna con Ertè, Whort, il Liberty ed il DEcò l'uomo ha accompagnato la sua immagine ai tempi, e un arbiter come Karl ha segnato questo secolo applicando la sua arte a marchi immortali come Chanel, ma facendo grande anche Fendi e Max Mara che ci parlano di na epoca.
      Se non ti sei mai interessato alla storia del costume, e non hai mai avuto curiosità di "moda" è naturale che la sua morte non ti dica nulla.
      Ma mi permetto, dal momento che ami la fotografia, e il cinema di consigliarti di vedere le scene, le immagini, e le musiche di sue sfilate,per esempio, Amburgo, Cuba, e il Gran Palais con scenografia di primavera o dei ghiacci.L'indifferenza appartiene alla non conoscenza e nel tuo caso ci sta.
      Un abbraccio
      Gingi

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  4. No piccolina, non fati seghe mentali, io non rispondo a chi non esiste.

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    1. Si, ma credo che a lui l'appellativo di stilista non gli piacesse.

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  6. sei molto ferrata in termini di moda anche come attitudine.
    lavori in questo campo??

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    1. Si ho lavorato nella moda, non facendomi mancare nulla, dalla creazione, alla produzione, allo stile e alla commercializzazione, che ho esercitato anche in altri settori, sempre attinenti all'arte e alla bellezza. Ma ora sono vecchietta e passo tempo con piccole mie creazioni che regalo.

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