27 mag 2017

Ritorno a pensare


Non so se alcuno ha la curiosità di leggermi.... io , "mi sono mancata moltissimo".e mi sono mancate tantissimo alcune presenze che sento vicine attraverso questo monitor. Debbo svuotare il sacco di tutte le cose che avrei voluto scrivere ed esternare quello che, gli avvenimenti accaduti, subiti e provocati, mi hanno fatto pensare.


Ricordando James Hillman e il suo "LA FORZA DEL CARATTERE" non sempre è giusto cedere al fascinoso luogo comune secondo il quale chi muore giovane è "caro agli Dei", perchè, così come "il carattere guida l'invecchiamento, l'invecchiamento guida il carattere".


La senilità non è un caso, nè una dannazione, nè l'abominio di una medicina moderna devota alla longevità, ma la condizione naturale e necessaria affinchè si verifichino l'intensificazione e la messa a punto del nostro carattere, del nostro sentire....ovvero della forma del nostro durare.


Ma anche se il carattere sopravvive per immagini, invecchiare è una forma d'arte che ogni essere umano deve affrontare, perchè la vecchiaia si configura come una "struttura estetica" che permette di svolgere il ruolo primario di avo, cui ogni anziano è chiamato.(J.H.)


Questi, oltre ad essere concetti etici, sono ruoli naturali, (si diceva: beata quella casa che ha un vecchio in casa) che si stanno perdendo e come paradosso in una società, dove il giovane non ancora caratterialmente formato, vive l'assurdità di essere "esteticamente essenziale", subisce la contraddizione della sua inutilità.... e al tempo stesso non riesce più a rispettare, quella forma d'arte (maturità, invecchiamento) che anche egli dovrà affrontare come condizione necessaria per mettere a punto il suo carattere.
Scritto nell'ottobre del 2007, oggi ancora più valido

23 commenti:

  1. Per me la vecchiaia è una malattia grave che ti porta alla morte in modo meschino. Perdi la tua autonomia e tutti ti dicono che sei un rincoglionito.
    Ho l'impressione che tu scriva molto bene
    Buona giornata.
    Il mio blog è:

    https://guspensiero.blogspot.it

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  2. Quando ero giovane ero del tuo stesso parere, poi passano gli anni, le prospettive mutano, ti accorgi che il sentire si affina e le esperienze ti donano occhi, e cuore. E quando il tuo tempo diventa infinitamente breve cominci a cercare la bellezza delle piccole cose, vai all'essenziale e rifuggi le vacuità.
    Il mio corpo non è più quello di una volta, i miei occhi non guardano ma vedono molto più di prima, il mio amore non ha più la passione della gioventù, ma ha la forza dell'anima e di un carattere consapevole. Insomma, la donna di adesso non si cambierebbe con la bella ricca e stronza di trenta anni fa.
    Fino a quando il mio cervello funzionerà la vecchiaia non è una malattia. Se non funzionerà più i problemi saranno di altri, io non me ne renderò conto e forse raggiungerò l'allegra demenza.
    Benvenuto.

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  3. Il fatto è che io non sono stato mai stronzo e nemmeno ricco. Me la spassavo con le ragazzine e poi ho incontrato la donna della pioggia:

    Se piove, mi chiami accanto e mi indichi attraverso i vetri quel che succede fuori, distorto dai goccioloni sulla finestra, da quell’idea di mosso che ha la pioggia quando bagna come di virtualità tutto quello che scopre, toccandolo, appoggiandovisi sopra. – Guarda, piove, mi dici e mi convinci ci sia qualcosa da guardare, rannicchiati spalla contro spalla sul davanzale, e io ti dico – Tutte le volte la stessa storia, ma è una finestra, un po’ di pioggia! Dici – Zitto, e guarda; apri la finestra con l’acqua che rimbalza sul marmo e ci colpisce di riflesso. – Dai, che dopo ci tocca asciugare; ma dici che ti piace l’odore fertile dell’acqua, ti piacciono le persone in pantaloncini che camminano svelte, indecise tra il fastidio e il sollievo, guardi i palazzi di fronte, ti piace il nome dell’inverno pronunciato dalla bocca dell’estate, il brivido sulla pelle fuori stagione, il fatto che non si possa uscire, gli amici che chiamano per disdire la serata alla discoteca all’aperto, la televisione spenta.  E io insisto – È pioggia, è solo pioggia: non può piacerti, è una cosa stupida. Tu dici che non c’è niente di male a essere stupida. E’ che la pioggia ti piace proprio, le gocce sul naso, o su una ciglia. Io vorrei prenderti e tu non vuoi.  Il rumore delle auto sul fondo bagnato, le onde che alzano piano, ti piace quell’odore e colore di cenere che non è un fuoco spento, non è rovina, ma è una proprietà dell’acqua, è la cromatura d’una città sottomarina, ma senza i fronzoli dei coralli, è calma e bellezza, il segreto in un’ostrica. – Sei scema; ti dico all’orecchio, scrolli e ridi per togliermi la parola, il mento sulle mani, una freschezza sulla pelle. Resteresti a guardare la pioggia per ore, ne sei capace, poi fai una doccia, metti l’accappatoio, l’asciugamano attorno alla testa, e se piove ancora ti rimetti a guardala, incantata, che donna particolare che sei! – Chiudiamo?  E’ un lago qua per terra, attenta ai piedi. La chiudiamo per metà, la tua parte rimane aperta, allora io mi sposto dietro di te, ti abbraccio e poggio il mento sulla spalla, e sei contenta se me ne sto zitto e guardiamo la pioggia, le persone che corrono nelle portiere in macchina, gli ombrelli infelici, pensavano se ne riparlasse tra mesi.  Ma è possibile che non hai niente da fare, da startene a guardare la pioggia?  - È un acquazzone, una cosa passeggera; mi piace starti avvolto contro, mi piace accarezzarti le braccia, il corpo, mi piace amarti senza fare l’amore, mentre guardi la pioggia e dici che ti piace guardarla, che non ti stancheresti mai, che è una cosa stupida e che non c’è niente di male, nelle cose stupide. Mi viene male alla schiena, mi formicolano le gambe. Chiudo la finestra, prendo uno straccio dalla cucina e asciugo il pavimento, rimango a guardare mentre piove, ma se non ci sei tu a guardare la pioggia mi diventa oltre che stupida, mi diventa inutile e insulsa, e non la guardo più.

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  4. Scrivimi su blogger:
    https://guspensiero.blogspot.it

    Ciao.

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  5. La tua frase iniziale, mi dice molto e mi pone una domanda, noi non finiamo mai ci conoscere noi stessi e, siamo per la società quello che ci sentiamo di essere o siamo come gli altri ci vedono ?

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  6. Se uno ti vede con amore di certo siamo quello che pensa, mentre se uno ti detesta ti vede per quello che non sei. Per conoscerla una realtà devi viverla. Solo così puoi sapere chi sei realmente. Le altre cose sono principi anche nobili ma astratti e non sperimentati.
    Ti faccio un esempio. Io credo nella fedeltà coniugale, eppure 2/3 volte sono stato sul punto di cadere nel trabocchetto. La casualità positiva mi ha salvato. Ora vivo la vedovanza che è più impegnativa del matrimonio e per ora non sono inciampato mai.

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  7. No Gus, scusami ma non sono stata forse chiara , e così il concetto è stato spostato. Valido quello che dici, a prescindere se condivisibile o meno.
    Io intendevo (più terra terra) che tu con sicurezza hai asserito che non sei mai stato stronzo, è questo è un giudizio tuo.
    Come se io dicessi sono intelligente, sono educata, non sono io a doverlo dire ma gli altri con cui vengo in contatto.
    Mai un maleducato si sentirà tale etc etc ... mai visto uno stupido che si riconosce tale, egli si sente un genio.
    Un sorriso

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  8. Quello che hai scritto nelle prime righe, lo vivo pienamente ed è stato tremendamente bellissimo ed emozionante leggerti...
    Grazie cara Gingi!
    Ciao da Luci@

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    1. Saper che le mie sillabe vengono condivise e "sentite" è una forma di conforto e conoscere chi sa emozionarsi è un motivo che spinge a scrivere ancora.
      Quanti anni dalla tua ultima visita, bentornata.
      Gingi

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  9. A 15 anni ero un uomo. In tutti i sensi. Un rispetto enorme per il mio prossimo. Sono accadute cose che lo confermano.

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    1. Bene, in un mondo di Peter Pan almeno esci fuori dalla massa.
      Mentre io adesso non capisco questo commento a quale discorso si allaccia.

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  10. Hai contestato la mia affermazione: "Non ero uno stronzo" e non ti accorgi che ha la stessa natura della tua: Io er0 una stronza".
    Buona domenica.

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  11. Non ho contestato, ho solo detto che purtroppo non siamo noi ad affibbiarci aggettivi qualificativi ma purtroppo sono gli altri per come ci vedono.
    Buona domenica anche a te

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  12. Hai scritto:
    "Insomma, la donna di adesso non si cambierebbe con la bella ricca e stronza di trenta anni fa".

    Quindi stronza lo eri o lo pensavano gli altri?

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    1. Non so se lo fossi e se lo pensavano gli altri, non era questo il fulcro del concetto, ma certamente non avrei mai scritto io non sono stronza, io non sono stupida, io non sono maleducata, lascerei agli altri di incensarmi. Tutto qui, mi spiace che il commento non sia stato chiaro, e che non hai preso in considerazione la mia successiva spiegazione.

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    2. Gingi, ora tutto è chiaro. Ho capito cosa volevi dire.
      Bacio.

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    3. Sono contenta di questo tuo commento, hai dimostrato che potevi scrivere "io non sono stronzo" sorriso e bacio

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  13. Validissimo ancora oggi,anzi di più,perchè gli anni intercorsi ci danno conferma e consapevolezza che saper invecchiare è un'arte e richiede esercizio di presa di coscienza ed autostima,ma un esercizio quasi vano se non per noi stessi:ci illudiamo di voler comunicare qualcosa delle nostre esperienze e della nostra raggiunta maturità ad un mondo che sembra sordo,o comunque lontano se non assente.

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  14. L'arte di invecchiare di Cicerone docet, una di queste sere riprenderò a leggerlo. Questa è la prima volta nella storia dell'uomo che non solo non trsmette sapienza esperienza e cultura, ma neanche l'esempio. e questa è una vera tragedia.

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  15. All'orizzonte dei miei cinquantotto anni dovrei considerarmi come mi vedono i ragazzini che salgono con me in ascensore e mi dicono "Buonasera!" e che io prenderei sonoramente a schiaffi... "Buonasera a chi? Ma guarda un po' tu.. tra un po' mi cederanno anche il posto in autobus... santa pace.."

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    1. Sono solo numeri, e l'età biologica non corrisponde quasi mai con quella anagrafica. Dovresti essere felice io invece prenderei a schiaffi me per non aver fatto nulla o quasi affinchè fossero tanti, e sempre di più, i ragazzi che dicono "Buona sera".
      Sempre stata rossa, poi due anni fa dopo una fantastica sfilata di Chanel, in cui Karl Laghefield fece sfilare tutte le modelle con i capelli bianchi, io mi feci il Bianco Perla Chanel, poi ho lasciato che il mio bianco (che ho dai quarantanni) crescesse naturale, non farò mai più il colore.
      Vuoi mettere? non ho più portato un trolley, non ho più fatto le scale nelle stazioni con una valigia, mi cedono posto e passo, e potrei raccontarti tanti episodi deliziosi.
      Ogni medaglia ha il suo rovescio ed il mio durare si sta rivelando gradevolissimo.Viva viva il terzo tempo, ma anche il tempo oltre tempo massimo.

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