26 mar 2018

In scena di scena

Metti che sei dietro il monitor, non ti vedo ma sento la tua presenza, ed è per te che scrivo.
Sei giovane o vecchio, sei bionda o bruna, stai rubando minuti al tuo lavoro o possiedi il tuo tempo e non conosci la noia?
Chi tu sia non importa, la cosa certa è che posso creare la tua immagine come più mi aggrada e se sento di confidarmi allora sei amico, sei amore, sei collega o compagno di scuola, sei colto, generoso, ironico, sei come piace a me, ti immagino bello e seducente perché senza la bellezza non riesco a vivere e non saprei neanche parlarti e condividere che è un mio desiderio avulso da te.
Se non commenti, e ti vedo passare, la mia idea non è macchiata da nulla e tu sei in simbiosi con il mio dire, ma se mi scrivi, la cosa più importante è la libertà.
Sono programmata a batterie solari, e in giorni come questo, rientrata e con il sole ancora nel cuore, mi torna la voglia di condividere ma non immergo i miei pensieri in acque chete, in esse si potrebbe smuovere il fango dalla sua naturale dimora.
Mi sento libera, lontana da strategie che non mi permettevano di sfioccare le nuvole ho camminato molto, fra pietre e cieli azzurri sono arrivata fino al mare e la risacca leggera e spumeggiante mi invitava e raccogliere i vetri pieni di sillabe che l'idea aveva abbandonato in mare.
E allora scavo fra gli infiniti numeri della sabbia e trovo uno scritto sulla felicità, quella trascurabile delle piccole cose di tutti i giorni che è fonte di energia e divertimento, compagna ed amica della trascurabile infelicità giornaliera, anch'essa fonte di energia, e se quest'ultima non causa danni, felicità ed infelicità nel vivere quotidiano, sono sorelle e si somigliano


Voleremo altrove
l'altrove di cui chiedevi
informazioni
e faremo altro cioè nulla
se non amarci
in un attimo senza bisogno
di specifiche e codici.
Ho trascorso una vita
ad aspettare l'altro
nell'illusione che qualche refolo
di vento portasse i miei fogli
davanti ai tuoi occhi.