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Sono la pià piccola di tutti i cugini, ero tornata ad abitare la casa di famiglia, rientrata a Sant'Agata dopo un infarto. convinta che da li a poco mi sarei trasferita in quella eterna.
Il palazzo Liotta era come lo avevo lasciato trenta e più anni prima, Maria , oramai cinquantacinquenne, pensava a tenere tutto in ordine e pulito da quando, coadiuvata da altri, aveva solo 15 anni.
Ero sola e la casa di famiglia, non considerata in gioventù, mi apparve come un sogno,
Possibile che salendo la scala dalle grandi finestre del pianerottolo non avessi mai sentito da ragazza il meraviglioso profumo del gelsomino centenario, e mai l'inebriante odore della zagara che inondava tutto il quartiere?
Dall'ingresso la scala scendeva al giardino, ultimo nel centro del paese con l'impianto di metà ottocento, e con la grande palma al centro di una aiuola, piantata da mio bisnonno, al passaggio di Garibaldi.
Old Family Photo Studio |
Old Family Photo Pranzo |
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Old Family Photo La mia camera |
Matteo Collura disse che era sua intenzione scrivere un racconto, da inserire insieme ad altri, o un librosul terremoto di Messina.
Mi chiese notizie sulla tomba Liotta, e mi riferì che essa e lo scultore Messina erano stati oggetto di tesi di laurea, cosa di cui io non ero a conoscenza.
Gli mostrai le foto inedite del terremoto scattate da mio prozio, appassionato di fotografie, hobby che a fine '800, primi '900 solo pochi potevano permettersi.
Parlammo del libro che aveva presentato e che mi ero affrettata a leggere, non appena saputo della sua futura visita, fummo concordi nel pensare che "Qualcuno ha ucciso il generale", denunci uno dei tanti misteri della storia dei Mille, e delle battaglie garibaldine.
Gli raccontai quello che sapevo della tomba, e dei racconti di famiglia, a cui ,in vero, fino dopo i vent'anni non prestavo molta attenzione, parlammo della enorme tragedia, delle innumerevoli testimonianze di foto e scritti che documentano Messina ed i paesi limitrofi dello stretto, ma dal punto di vista della spettacolarità dell'evento è la tomba dei piccoli Liotta ad esprimere la rappresentazione più efficace.
La zia Giovannina, così si chiamava una cugina di mia nonna, lasciò Messina per recarsi a Sant'Agata per il battesimo del nipotino, figlio della sua primogenita.
Non portò con se i figli, e neanche il piccolino, che attaccato alla sua gonna voleva andare con la sua mamma.
Alla stazione lei stacco la sua manina lasciandolo piangente, e convincendolo di restare con i fratellini ed il papà.
Immane tragedia non risparmiò i sei figli, il marito ed il cognato, e lei, fu ospitata nella casa di sua figlia, perse la parola e castigava colpendo con la mano, quell'altra che aveva staccato dal piccolo.
Nel 2008, Matteo Collura inserì in una nuova edizione di Sicilia Sconosciuta la storia di questa tomba negli itinerari messinesi, ma diede subito alla stampa nel 2007 , L'isola Senza Ponte, dove un intero capitolo LA MESSA IN SCENA DELLA MORTE è dedicato al sepolcro e allo scultore che magistralmente ha rappresentato un dolore corale con soltanto il corpo di un bambino e un angelo, la madre, che scava.
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Si prova una sensazione difficile da rendere nel leggere al centro di ognuna delle otto corone i nomi : Aida, Angelina, Marana, Gaetano, Clelia, Peppino, Ciccino, Attilio. Sei sono fratellini Liotta, tutti finiti quella mattina sotto le macerie Gaetano è il padre Ciccino un fratello di questi.....
Questo racconto doloroso e patetico mi è venuto spontaneo, mentre scrivevo avevo davanti alcune photo che ritraggono la tomba della famiglia Liotta. Di fronte a quelle immagini ci si sente spettatori di un mistero crudele quanto insondabile. Quel mistero che mobilita e commuove le folle siciliane nella rievocazione e morte di Gesù........
..... ma erano essi ( i conventi) a conferire alla citta la cupezza sua e il suo carattere, il suo decoro, ed insieme il senso di morte che neppure la frenetica luce siciliana riusciva mai a disperdere.....
Vitaliano Brancati fa dire ad un suo personaggio che lo sforzo costante della sua vita è stato di vedere la luce nel mondo ( e per lui la luce è quella della Sicilia)......
.... La contemplazione della morte, se da un lato è una filosofia di vita, dall'altro può essere la vita stessa che si specchia nel suo contrario, per riceverne forza, senso e conforto.
Abbiamo detto contemplazione, ma avremmo potuto dire "rappresentazione" dando così un significato che va oltre il più che comprensibile dolore di una donna il cui terremoto ha portato via sei figli il marito ed il cognato.
Un significato che ha dato sfogo alla terribile "spettacolarità" della tomba Liotta di Sant'Agata Militello.-Matteo Collura
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PS. Giro per casa, guardo accarezzo e .... fa male sistemare i libri ed inserire gli ex libris dove mancano... si entra nei meandri dei ricordi, unico capitale che ho.