Da tempo non racconto di me, delle mie esperienze, emozioni e sopratutto del deleterio stato d'animo che mi invade appena ho a che fare con il mondo esterno.
I miei contatti giornalieri o quasi, sono con i fornitori, e loro, tutti, dalla farmacista al fruttivendolo, sono gentilissimi, veloci, e pronti a soddisfare ogni mio desiderio. Ma qui c'è di mezzo l'interesse, e si capisce il perchè di tanta cortesia.
Per il resto Catania ha centuplicato i suoi difetti atavici. Orgogliosa di sentirsi la Milano del Sud, non è mai stata una città signorile ma quasi esclusivamente commerciale . le poche famiglie aristocratiche sono in via di estinzione, i professionisti di antica "nobiltà forenze" o altri si contano sulle dita di una mano. Il resto, figli e nipoti che anche se nel DNA hanno del buono, debbono operare in una società fatta di politicanti senza studi, e sopratutto, di quel popolino unico che gira per locali, ristoranti e apericene fatto da idraulici, garagisti, lavaggisti, posteggiatori , baristi e commercianti, senza tradizioni. I signori per bene sono chiusi nei loro palazzi o nelle ville degli anni 60/70 del secolo scorso e non frequentano alcuno. e si "concedono " fra di loro.
Sono finiti gli antichi e signorili negozi di Nello, e Tea Riccioli, e ancor prima quelli di Lina Avola, del Dott. Panto o di Giovanna Asmundo, e potrei nominarne altri; adesso fra gli storici uno in via XX Settembre, alterna griffe note ad abiti di medio prezzo, e di dubbio gusto, per accontentare quelle persone che si sentono gratificate a comprare in questo luogo, e forse le uniche che oramai posseggono una certa liquidità, per osare di entrare ove in tempi passati si sarebbero sentite fuori posto.
Per il resto, franchising e librerie sono affidate a ragazze che non conoscono nemmeno i nomi dei colori o non sanno cosa è un tessuto, mentre in libreria vi sono ragazzi che forse non hanno mai letto un libro.
Poi ci sono i titolari, sui quali non è possibile parlare, perchè sarei passibile di querela, niente di niente conoscenze nessuna deontologia professionale, nessun rispetto per la clientela....
Questo è il catanese , tranne pochissime eccezioni, e da buon ignorante parla di Palermo dicendo che è città senza gusto, che gli ambienti sono chiusi, non riconoscendo e non sapendo che sta parlando di una antica CAPITALE che in questo momento è "soggetto di un rinascimento sociale, culturale e cittadino, e che la gente elegante di Catania va a comprare a Palermo.
Questa è la prima parte, ma Catania si merita altri post. Infatti al peggio non c'è fine.