2 nov 2018

Vivere le parole, per un vocabolario dell'esistenza.

Descrizione

La parola esce dall'uomo e lo penetra, lo dilata e ne spalanca gli orizzonti. Chi si sforza di abitare le parole si mette sulle tracce del mistero, lo afferra pur senza possederlo e, senza saperlo, invita altri a fare altrettanto

«Le parole non sono neutre, né lasciano mai le cose come stanno. Vivere le parole significa superare sospetti, paure e chiusure per assumere il coraggio liberante dell'incontro» - dalla Prefazione di papa Francesco

Le parole non sono inerti e passivi strumenti nelle nostre mani. Le parole hanno un'anima e vogliono essere comprese, non solo pronunciate e usate, ma vissute nel cuore, abitate. In tempi di iper-informazione, ma di cocente incomunicabilità fra le persone, urge il bisogno di penetrare e vivere più a fondo le parole, nella consapevolezza che ne stiamo perdendo il senso profondo, abituati come siamo a banalizzarle, ripeterle, ridurle, fino a scarnificarle, cioè svuotarle di concretezza, di approdo al reale, di legame con la carne e con la vita. È così che riduciamo le parole, e con esse i sentimenti, scoprendo d'improvviso di avere "anime afone", non certo prive d'istruzione, ma inconsapevoli della complessità del quotidiano. Ecco allora un ricco repertorio di 101 "parole scelte" che rivisita il lessico di ogni uomo e donna di buona volontà: destino, ragione, sentimento, limite, tempo, libertà, coerenza, gratuità, reciprocità, perdono, ascolto. La società contadina sapeva "nominare" attrezzi, alberi, piante; la nostra invece fa fatica a conservare il senso delle parole, riducendole sempre più spesso a suoni. La parola esce dall'uomo e lo penetra, lo dilata e ne spalanca gli orizzonti. Chi si sforza di abitare le parole si mette sulle tracce del mistero, lo afferra pur senza possederlo e, senza saperlo, invita altri a fare altrettanto. È una fatica ripagata, alla quale si è invitati in queste pagine.

I libri letti e quelli in programma in questo ultimo scorcio di vita sono diventati una pila infinita.La casa che è una priorità, i miei lavoretti manuali, le frequentazioni tutto vacuo e non necessario per il vero benessere ritrovato in un luogo magico, dove il mito e la leggenda ci parlano del tempio delle Sirene.

Dei fuggevoli incontri e poche parole durante il pane quotidiano, il parlare con chi non mostra scelte di vita con l'abito e quindi l'indipendenza da qualsiasi pregiudizio, e un dialogare obbiettivo libero da credi.
Scoprii durante l'ultimo pasto insieme il gesuita e lo scrittore, mi porse un salmo e il titolo di un libro non suo, lo scrittore è conosciutissimo in america, non è per  soli credenti, ma insegna ad essere attenti ed a scoprire e vedere il divino nelle cose e negli uomini
E mentre sta piovendo talmente tanto da non vedere i palazzi di fronte, si fa viva nella mente una lettura recente, che consiglio a tutti, insegnanti, politici amministratori, imprenditori e comuni casalinghe e povere pensionate come me.