18 ago 2017

"Bella Italia" n.1

Foto Strega Venaria Reale 2011
Da tempo era mia intenzione scrivere un post "Bella Italia", sull'orgoglio di essere italiani e su quell'Unità giovane e incompresa della nostra nazione.
Il periodo trascorso in Piemonte nel tempo dei festeggiamenti iniziati il 17 marzo 2011, è servito a "deformare" molte delle mie visioni storiche e tramutare certezze in dubbi.
Ci credereste? stamani apro il pc con l'intenzione di mettere mano a questi concetti contrastanti, sentiti e percepiti fra "italianità"  e "sicilianità" e mi imbatto in un post che cita Santo Piazzese, letto nell'ottobre del 2010, le cui visioni od analisi dovevano essere il punto di partenza di questo post.
La mia vita è cadenzata da coincidenze di radio libere che forse appartengono ad un medesimo tempo, e da giorni , sarà la serenità e l'assenza di pensieri, mi succede troppe volte di pensare a qualcosa ed averne immediato riscontro anche con persone che non vedo o sento da anni, ma anche con chi non c'è più da tempo.
Comunque stamani mi interrogavo sul comodo alibi morale di questo mio prendere distanza dalla cosa pubblica. 
Piazzese dice che Sciascia, con le esperienze del decennio successivo alla sua  morte, avrebbe parlato di "Italia Irredimibile"e rivolto alla sua Palermo, ma sopratutto a tutta la Sicilia, corregge il tiro e dice che la peculiarità dei nostri posti non è la irredimibilità ma la "elusività". 
Sono passati secoli da quando Goethe  scriveva "Senza la Sicilia, questo paese indicibilmente bello, non lascia nessuna immagine all'anima. E' in essa la chiave della storia Italiana". e ciò circa cento anni prima dell'impresa dei Mille e del "conquistatore" Garibaldi. 
Le illusioni che noi siciliani coltiviamo sul nostro star sospesi fra l'agonia e l'eccesso di vitalità, sul furore e l'indolenza, sul mosaico che siamo, sono dovute al fatto che possiamo raccontarci solo a frammenti, e  diverse angolature sono da guardare con l'obbiettività di chi deve prendere atto di una realtà che nulla ha a che vedere con i passati, intesi come verbi, sia prossimi che remoti. 
Ho sempre pensato che di comune accordo e per unità si sono traslati soldi, braccia, cervelli, e nel 2011 mi sono resa conto che non avevo mai guardato l'Italia dal nord. 
Eludere la realtà e sbracciarsi lontano da qui? non essere scomodi e lasciare che altri sottraggano?.
Allora durante i festeggiamenti pensai a Gentile, nel suo "Tramonto della cultura siciliana" a quell'isola che "stette a se, con le sue tradizioni e preclusioni", le sue rivalità e beghe municipali. Quell'Italia che unita non fu mai.
Parlo della mia terra in maniera veloce e superficiale prima di parlare della splendida Italia, di quel sentimento di appartenenza e di orgoglio che tutti gli Italiani dovrebbero avere e se manca ed esistono campanilismi o prese di partito è dovuto al fatto che non vi è conoscenza, cultura di una visione diversa da noi, non vi è accettazione del diverso, e noi fra i tanti difetti del non fare abbiamo anche il pregio del donare, vedi l'immensa civiltà di tutti gli isolani nell'accoglienza di questi giorni. 
La Sicilia ha dato scrittori di grande splendore Verga Capuana, De Roberto, Pirandello, Borgese, San Secondo, Quasimodo, Vittorini, Brancati, e su di essa passano come inavvertiti i secoli e il suo spirito e come disse un  grande austriaco, nome che non so scrivere e pronunciare (forse Hofmanstal ), "che coglie quanto di regolare ed eterno vi era in ogni cosa", e ve ne è traccia anche sui profili del paesaggio.
Non condivido e non trovo "levatura" siciliana in chi si è appropriato di grandezza non con la forza delle idee,  non con una sicilianità di pensiero, non con l'internazionalità dello scrittore, ma solo con immagini di struggente bellezza che i luoghi della Sicilia e le sue opere umane regalano.
Non confondiamo un Tomasi, un Consolo, un Camilleri la cui grandezza letteraria non spetta a me analizzare, con popolarità e visibilità  dovuta più ad immagini in movimento, a macchiette "teatrali", ad una lingua siciliana poco conosciuta.
Fine prima parte...

4 commenti:

  1. Sale dalle tue parole un grande, infinito amore per la tua terra. Più che della bella Italia mi è rimasta, alla fine della lettura del tuo splendido scritto, l'impressione della bella Sicilia. D'altronde è una terra che impregna di sé la storia d'Italia, che ha nelle sue viscere storie e culture millenarie che hanno segnato di sé la rena del lungomare e soprattutto hanno instillato un grande orgoglio e un grande senso della Sicilianità nei suoi abitanti.

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  2. provo per la terza volta a rispondere, ambra, vediamo se sprisce nuovamente

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  3. Indipendentemente dalla conquista garibaldina, penso che l'Italia senza la Sicilia, sarebbe un paese trocato in due. Personalmente ho avuto degli amici siciliani che mi hanno fatto capire lo spirito della tua bella isola ed ora questo to scritto mi ricorda quello che loro mi dicevano. Buon proseguimento di settimana.

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    1. Grazie Elio, ho problemi con questo blog, spero di risolverli, oggi provo a scrivere Bella Italia II.
      Un sorriso

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